Ha una conoscenza non sterile. Crea nuove informazioni. Impara dall’esperienza. Risolve problemi. D’altra parte può generare pregiudizi, essere troppo selettiva, agire in maniera discriminatoria o addirittura spietata.
Non sono le caratteristiche (buone e cattive) di un profilo umano, ma quelle “tecniche” dell’Intelligenza Artificiale, uno strumento tecnologico per cui risulterebbe ancora necessaria la supervisione dell’uomo.
Le motivazioni sono illustrate nei contenuti di questa lezione che, con l’aiuto di esempi stimolanti e concreti, esamina quei contesti in cui l’applicazione dell’IA genera innovazione, accelera lo sviluppo ma solleva questioni di roboetica.
E se da un lato scopriamo che l’apprendimento automatico impiegato per selezionare personale o per calcolare le probabilità di recidiva dei condannati ha spesso generato tendenze discriminatorie, dall’altro ci accorgiamo di come la capacità di giudizio e la decisione autonoma siano ancora dominio dell’uomo e non della macchina.
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